La prima parte del grande tappeto musivo, La Visione di Ezechiele, si estende all’esterno della chiesa parrocchiale di Indicatore, quartiere operaio alle porte di Arezzo, occupando una superficie di 240 mq. del sagrato, e riproduce la fonte sacra che nasce a Oriente, il bene identificato dalle acque pulite brulicanti di pesci, fiori e alberi da frutto; nell’altro lato, tutto si inquina, le acque salate distruggono i raccolti e la vegetazione muore, così il profeta Ezechiele descrive la nascita del tempio e la salvezza del mondo dal male.
La seconda parte, non ancora realizzare, ma visibile nei suggestivi bozzetti, andrà a completare la monumentale opera che, una volta terminata, sarà la più grande d’Europa, raggiungerà una superficie totale di 1500 mq. ed interesserà l’interno della chiesa: la navata centrale e le due laterali, e riprodurrà le virtù teologali, cardinali, i sette doni ed i dodici frutti dello Spirito santo attraverso la figurazione di un albero di quercia.
L’intera opera musiva fa parte del complesso progetto di riqualificazione della chiesa dello Spirito Santo, progettata alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso e terminata qualche anno dopo, riporta tutti i dettami architettonici dell’epoca: un anonimo parallelepipedo, più alto che lungo, di cemento armato e mattoni, costruito in un uno spazio esiguo incuneato fra la ferrovia e la strada statale; una costruzioni “a termine” come ce ne sono tante in ogni Diocesi italiana che, se non fosse stata per la tenacia dell’eclettica e giovane artista, Andreina Giorgia Carpenito e del suo committente, il parroco don Santi Chioccioli, sarebbe stata demolita per essere poi ricostruita in altro luogo.
Il termine “mosaico” deriva dal greco e significa «opera paziente, degna delle Muse». Ed anche per realizzare questa prima parte de la Visione di Ezechiele la pazienza ha avuto un ruolo importante sia intermini di tempo, ad oggi 15 anni di certosino lavoro, sia di esecuzione: le tessere del mosaico di varia materia, gres porcellanato, piastrelle, maioliche ed altro è tutto materiale di risulta, infatti, proviene da discariche locali o è di seconda scelta quale frutto di donazioni.
Una volta completate ed unite le due parti sarà “accerchiato” da un altro tappeto musivo che incornicerà il mosaico del sagrato la cui realizzazione sarà in porfido e pietre policrome con inserimenti di mosaico a mattonelle ed ospiterà un giardino con vialetti e panchine istoriate in mosaico, dove il viandante potrà contemplare questo piccolo angolo di paradiso.
Antonella di Tommaso